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lunedì 22 ottobre 2018

Recensione: FUOCO INVISIBILE di JAVIER SIERRA



Salve readers, oggi Enrica ci parlerà del romanzo che ha vinto il Premio Planeta 2017 edito da Dea Planeta e scritto da Javier Serra. 
Un Thriller / Suspense che aveva subito attirato la nostra attenzione. Andiamo a scoprire cosa ne pensa...

TITOLO:  FUOCO INVISIBILE

AUTRICE: JAVIER SIERRA

EDITORE: DeA Planeta

GENERE: Thriller / Suspense

DATA D'USCITA: 18 Settembre 2018

AUTOCONCLUSIVO

Il più grande mistero dell’umanità sta per essere svelato

Al Trinity College di Dublino, il giovane e brillante «esperto di parole» David Salas ha appena finito il dottorato. Non ha programmi per l’estate, deve sgombrare l’ufficio dalle carte accumulate in lunghi anni di studio e, come se non bastasse, non vede di buon occhio le prossime nozze della madre con l’insulso fidanzato, di molti anni più giovane. Così, quando la sua responsabile gli propone di partire alla volta di Madrid in cerca di uno dei testi più rari e preziosi del Siglo de Oro, David accetta al volo l’occasione di cambiare aria e tornare nella terra dei suoi avi. Ma appena arrivato a Madrid si ritrova risucchiato nell’orbita dapprima di Paula, affascinante storica dell’arte, e poi di Victoria, vecchia amica di famiglia che dietro la facciata di rispettata scrittrice coltiva arcane e pericolose passioni. Ben presto, quello che per David doveva essere un incrocio tra una vacanza e una spedizione di lavoro si trasforma in un’incredibile e rischiosa avventura fra pregiate collezioni d’arte, misteriose scritte scolpite nella pietra e chiese romaniche sperdute nei Pirenei. Sarà un’indagine senza esclusione di colpi quella che porterà David a far luce sulla morte di un allievo di Victoria. E, forse, ad apprendere la verità sulla sorte del padre, scomparso molti anni prima in circostanze mai chiarite.
Le aspettative su questo libro erano altissime, almeno per me. Dopo aver letto la trama ero già innamorata del protagonista: David Salas, giovane e brillante "esperto di parole", fresco di dottorato, vola a Madrid alla ricerca di un libro raro e prezioso del Siglo de Oro. Perfetto! 
Parto con lui, aspettandomi di sbavargli dietro mentre favella sull'origine e il significato delle parole. E' una mia nevrosi quella delle parole, lo ammetto, quindi ero già quasi acritica nei confronti di questo libro, ma soprattutto del personaggio principale. 
Le premesse c'erano tutte, anche perché, una volta arrivato a Madrid, il nostro eroe scopre che la ricerca del volume antico è un pretesto per metterlo in contatto con un manipolo di invasati che cercano la vera origine delle idee che prende corpo nei libri: da dove arrivano le idee, qual è la vera fonte dell'ispirazione? 
L'idea centrale del libro infatti è quella che le grandi opere del genio umano, siano esse musicali, letterarie o artistiche, sono il risultato di "dettami" provenienti da coscienze superiori. Il tutto unito dal filo conduttore di un'affascinante teoria sull'origine del Graal, che ci porta a visitare antiche chiese romaniche nei Pirenei sfidandoci a decodificare simboli scolpiti nella pietra. C'è pure il morto, ombre oscure che sembrano volteggiare sui personaggi che incontriamo durante la storia, insomma gli ingredienti per un thriller storico c'erano tutti. "Un nuovo Codice Da Vinci", hanno pensato in molti! Non ho letto il libro di Dan Brown (ora probabilmente lo farò), ma da quello che mi è stato raccontato, questa storia di Javier Sierra non ci si avvicina nemmeno!


Il libro, nonostante tutti gli ingredienti messi sulla tavola, risulta piatto: la prima metà del libro è una lunga illustrazione, attraverso le conversazioni tra i protagonisti, dell'idea di fondo sopra citata. Solo verso il 70%, la lettura si fa più dinamica ma nulla di emozionante o che ti tenga incollata alle pagine. La caratterizzazione dei personaggi è pressochè inesistente, anche quella del protagonista, che rimane solo superficialmente tratteggiato. Non si empatizza coi personaggi, non si rimane coinvolti dalle loro vicende, non si palpita nemmeno durante un unico momento di passione tra il protagonista e la bella compagna di viaggio.
Peccato. Occasione persa. Perché sostanzialmente l'idea di fondo è molto interessante e affascinante, la ricerca storica puntuale, la voglia di andare a vedere di persona tutti i luoghi citati e le opere descritte è comunque stata stuzzicata. Ci sono molti passaggi della prima parte, prettamente intellettuale, che ho appuntato e diversi luoghi che davvero vorrei visitare. La lettura di questo libro però, a mio parere, è sostenibile solo per chi, come me, è malato di filologia, di tematiche legate al mito del Graal, di quel fuoco sacro (che da ora chiamerò invisibile) che anima tutti i malati di letteratura, perché l'argomento, se non sostenuto da una trama avvincente può risultare puramente speculativo.
A proposito di quest'ultimo aspetto, mi è subito tornato in mente un pensiero che Manuel Vasquez Montalban scrisse nel suo libro "Il premio", una parola: letterobleso, un neologismo derivato dal catalano lletraferit: si dice di persona ossessionata dalla letteratura al punto di viverla morbosamente come una ferita da cui non desidera guarire. E mi fa sorridere la coincidenza che il libro di Vasquez Montalban sia ambientato durante un premio letterario di cui sbeffeggia i protagonisti e ne denuncia le losche dinamiche, perché Fuoco Invisibile è stato ferocemente criticato in molte recensioni spagnole per il fatto di aver vinto il Premio Planeta, il secondo premio letterario in valore economico dopo il Nobel. Mentre aspettavo di ricevere la copia del libro - ero talmente impaziente di avere sotto gli occhi da essermi letta il primo capitolo in spagnolo - ho letto diverse opinioni di lettori indignati e sorpresi da questa vittoria. Tutti lo accostano al libro di Dan Brown e Sierra ne esce sempre sconfitto. Solo pochi ne sono entusiasti.
Sicuramente l'idea è coinvolgente, ma chi legge la sinossi si aspetta qualcosa di più mozzafiato e dinamico. Forse, se un premio doveva vincere, senza dubbio sarebbe stato Premio Sinossi 2018!
Ah, dimenticavo! Anche Manuel Vasquez Montalban vinse il Premio Planeta nel 1979 con I mari del Sud, uno tra i miei romanzi preferiti con protagonista l'irresistibile investigatore-gourmet Pepe Carvalho, ma, lasciatemelo dire... altro planeta!

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