È tornata Colleen Hoover, e con lei la certezza di ritrovare un libro originale, intenso e carico di emozioni.
Merit, la protagonista, è un’adolescente incompresa, intrappolata in una famiglia che definire disfunzionale è davvero un eufemismo.
Questo romanzo affronta con grande sensibilità il tema della salute mentale, ponendoci davanti a una domanda essenziale: si può davvero perdonare?
I segreti e i dolori che avvolgono la famiglia Voss sono numerosi e profondi. Per non rovinarvi la scoperta, vi dirò soltanto che i genitori separati di Merit vivono ancora sotto lo stesso tetto. Già da questo si intuisce quanto sia fuori dagli schemi questa storia, proprio come la loro casa, un’ex chiesa che il padre, Barnaby, ateo convinto, ha trasformato in abitazione, lasciandone intatti i segni più evidenti: le vetrate istoriate e un imponente Gesù crocifisso in salotto.
Il primo colpo al cuore arriva con il padre, ora sposato con l’infermiera che aveva assistito la madre durante la malattia oncologica.
Tradimenti, segreti e ferite costellano le vite di Merit, della sorella gemella Honor, del fratello Utah e del piccolo Moby: figli cresciuti all’interno di una famiglia tossica e chiacchierata, che li ha segnati nel profondo.
A diciassette anni, Merit colleziona trofei che non ha mai vinto, comprati ai mercatini dell’usato per compensare talenti mai avuti.
Si sente invisibile e incompresa, finché non si innamora dell’unico ragazzo che dovrebbe tenere alla larga: il ragazzo della sua gemella. Un disastro annunciato.
Sagan, l’artista siriano di cui si invaghisce, disegna soggetti macabri e inquietanti, ma è anche l’unico in grado di vedere davvero Merit, di leggere oltre la superficie del suo dolore. In mezzo al caos della famiglia Voss, è lui a darle uno sguardo nuovo sul mondo.
Quante cose ci sarebbero da dire su questo libro.
Quanta rabbia, dolore e vulnerabilità trasmette Merit, che ci guida attraverso il suo percorso interiore. Un viaggio fatto di giudizi, delusioni e cadute, fino al momento in cui riesce a guardare la realtà da un’altra prospettiva.
E proprio la prospettiva diventa la chiave di lettura di questo piccolo gioiello firmato Hoover. È Sagan a spingerla verso la consapevolezza più profonda, ma è anche lui a custodire il segreto più doloroso.
«È incredibile quanto un bacio possa farci stare meglio».
«Davvero incredibile» concordo.
Il suo pollice mi sfiora lo zigomo, mentre il suo sorriso soddisfatto si trasforma in uno sguardo penetrante. «È proprio per questo che non lo farò più. Devi prima innamorarti di te stessa.»
Il tema del perdono si intreccia a quello della famiglia, tra fragilità e redenzione. La prima parte del romanzo, in cui la depressione di Merit si insinua nelle pagine, è densa, difficile da affrontare: ci costringe a guardare in faccia il disagio senza filtri.
La seconda parte, invece, porta sollievo e luce, un crescendo di emozioni che culmina in lacrime e catarsi.
E poi c’è Luck, un nuovo membro della famiglia Voss, pieno di colori e di vita. Un personaggio autentico e imprevedibile, che sconvolge gli equilibri per poi ricomporli. È un alleato, ma anche una voce provocatoria che spinge Merit a reagire. L’ho amato e odiato allo stesso tempo.
Colleen Hoover riesce sempre prima a incupirmi, poi a spezzarmi il cuore, e infine a ricompormelo, lasciandomi intera, vibrante e grata.
Che altro dire se non: unica, ineguagliabile, indimenticabile.
'NON TUTTI GLI ERRORI MERITANO UNA CONSEGUENZA.
CERTE VOLTE MERITANO SOLO IL PERDONO.’
Un libro che si deve leggere, e un’autrice che merita solo applausi.
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