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sabato 25 giugno 2016

Recensione: GIADA UN AMORE COLPEVOLE di ANNA CHILLON


Salve readers, oggi parliamo di Self Publishing.
Non sempre i libri ci rivelano da subito quel che sono, spesso la trama non dice più di tanto a volte è addirittura fuorviante. Per creare suspense? O forse chissà per motivi di marketing? Non ci è dato saperlo. Che dire poi delle cover, ormai per me sono un vero cruccio, spesso fanno pensare a tutt'altro rispetto a quel che poi il libro contiene, ognuno di noi probabilmente le interpreta in modo differente. Comunque questo libro è l'esempio lampante di tutto ciò. Attenzione, perché in questo caso neanche dall'estratto capirete che cosa state andando a leggere. Io credo che ognuno debba poter scegliere in libertà cosa vuole o non vuole leggere. L'autrice stessa ci ha risposto a riguardo che il lettore per non incorrere nell'errore di scegliere male prima di acquistare deve informarsi, tramite recensioni o cercando nei vari blog, peccato che non tutti lo fanno. 
Per chiarire un po' il contenuto, Martina e Concetta lo hanno letto per noi, andiamo a scoprire cosa ne pensano e anche, a questo punto, un accenno dei temi che il libro affronta. Buona Recensione!


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TITOLO: GIADA

SERIE: PIETRE PREZIOSE #1

AUTORE: ANNA CHILLON

EDITORE: SELF PUBLISHING

GENERE:  CONTEMPORARY ROMANCE

DATA DI USCITA:  GIUGNO 2016

Categoria: erotic - age gap - forbidden
Narrazione: prima persona, doppio POV
Finale: conclusivo


1. Un amore colpevole. Giada ♥ Giada & Vincent ♥ 6 Giugno 2016
2. Lui che ama a modo suo. Ambra ♥ Ambra & Niccolò ♥ 20 Luglio 2018
3. Duro da amare. Agata ♥ Agata & Primo ♥ 7 Giugno 2019
1-3. Pietre poreziose. La trilogia ♥ Giada & Vincent - Ambra & Niccolò - Agata & Primo ♥ 29 Novembre 2019
Non ero pronta per lui, ma questo non gli importò. 
Entrò come un tornado nella mia vita,
la stravolse spezzandomi il fiato 
e mi rese donna, 
a dispetto di tutto e tutti. 
* * * 
Il giorno del mio diciottesimo compleanno, spiando quel ragazzaccio condannato ai lavori socialmente utili, pensai che la vita stesse per sorridermi, lungi dall’immaginare cosa in realtà stesse per serbarmi. Qualcosa più grande di me mi avrebbe presto travolta, scossa alle fondamenta, gettando il mio corpo e il mio cuore in pasto a una persona con l’animo di un lupo selvatico. Per tutti sarebbe stato uno scandalo e una vergogna: nessuno avrebbe compreso, perché nessuno conosceva le molteplici verità che quel lupo era stato così bravo a celare. 
Forse un cuore, seppur logoro, l’aveva anche lui. 
E forse, se avessi lottato e ignorato le apparenze, prima o poi lo avrei scoperto.
Non siamo persone che s’impressionano facilmente, vorremmo premetterlo, e non siamo neanche bigotte moraliste.
Riusciamo ad avere la mente abbastanza aperta, non diciamo nel farci piacere cose che non potrebbero mai piacerci, ma nel lasciar libere le persone di esporsi nel modo che preferiscono, senza mai giudicare.
Vi starete chiedendo: ma cosa c’entra questo con il libro?
C’entra e anche tanto.
Quando ci siamo lasciate tentare dalla cover di questo libro, fresca, briosa, piena di colori, non avendo mai letto nulla di questa autrice, ci siam dette: ma sì buttiamoci.
Ci aspettavamo se non la classica storia romantica, qualcosa di simile.
Ad una cinquantina di pagine dall’inizio abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava.


Qualcosa che cozzava con la prospettiva mentale che ci eravamo fatte di quella lettura soprattutto qualcosa che rendeva la lettura quasi tetra, non sappiamo bene come spiegarci, sentivamo un senso di oppressione sul petto.
E' capitato poche volte di avvertire questa stonatura e sempre per libri di genere dark o comunque di genere molto forte.
Quindi non capivamo perché ci stesse prendendo quel senso d’angoscia, ma siamo andate avanti incuriosite.
Più leggevamo più iniziavamo a capire che i conti non tornavano davvero e che la storia che si stava profilando sotto i nostri occhi era una storia che parlava di “barriere anagrafiche” , sottomissione fisica e mentale, lieve Bdsm, personaggi maturi dominanti su menti ancora in bozzolo..
Insomma il genere di lettura che non ci aspettavamo.
E’ molto difficile parlare di una lettura del genere senza spoilerare, anche perché la narrazione è così imbrigliata che è difficile evitare di far capire il perché del nostro disagio.


Giada di Anna Chillon racconta la storia di una ragazzina, Giada per l’appunto, appena maggiorenne, che sta attraversando quella fase della vita di un’adolescente in cui iniziano a sorgere i primi “pruriti”, chiamiamoli così, ossia le prime avvisaglie che il corpo invia a una donna nel riscoprire i desideri più nascosti.
Giada inizia così la sua ricerca in campo amoroso lasciandosi tentare, come giusto che sia, dai ragazzini della sua età.
Fin qua non ci sarebbe nulla di strano, noi stesse pensavamo di aver chiaro come sarebbe continuato a svolgersi il racconto.
E invece no... perché qua casca l’asino.
Mentre il lettore se ne sta tutto tranquillo, convinto di dover fare i conti con la classica storia d’amore adolescenziale, ecco che spunta l’amico di papà, l’uomo maturo, l’uomo che potrebbe tranquillamente fare le veci del vero padre, tanto è vasto e lungo il tempo che ha trascorso con questa ragazzina.
Dall’entrata in scena di Vincent la narrazione inizia a farti venire veramente i complessi e procede su binari che ci hanno mandato in tilt.
Ci sono cose che nei libri non ci vanno proprio giù, cose che non digeriamo e che ci indispongono e quando i protagonisti principali non sono empatici, sappiamo già che il racconto ci sarà ostico.
La forte e cruciale differenza d’età tra i due protagonisti è stata la prima barriera, evidente, che abbiamo trovato.
Troppi, veramente troppi gli anni che li separano, barriere culturali, sentimentali, stili di vita…
Tutto, troppo diverso!


Un divario generazionale troppo grande da poter essere colmato.
Ovvio che una persona di 25 anni in più riesce a condurre la mente di un adolescente dove meglio vuole, una sorta di “plagio” definiamolo così.
Giada non solo si ritrova a riscoprire la sua sessualità in un modo veramente sconcertante per noi (quella scena e quella risposta in cui lui dice: “potevi dire di no” ci ha gelato il sangue nelle vene) ma subisce come una sorta di lavaggio del cervello silente e prolungato.
In poco inizia a cambiare atteggiamento, matura di botto e vengono fuori le sue vere attitudini. 
Si trasforma in quello che lui vuole, una sottomessa fisica e mentale con l’aggravante di essere una ragazzina inesperta e immatura.
Ci potreste anche dire che oggi a 18 anni si è già donne ma Giada, da quanto si evince dal racconto, non solo era una ragazzina “inesperta” che non aveva mai avuto rapporti con l’altro sesso ma era anche vissuta sempre protetta dalle mura familiari. 
Non la definiremo certamente una “lolita”.
Giada è una ragazzina di 18 anni che non sa neanche quello che vuole dalla sua vita e non può saperlo proprio a causa di questa sua inesperienza.
Il personaggio di Vincent poi non ci è assolutamente piaciuto: un bipolare a tratti aggressivo a tratti tenero che riversa le sue voglie e anche le sue frustrazioni su Giada.
Un uomo che l'ha vista in tutte le fasi della sua crescita e potrebbe essere veramente suo padre.


Quale uomo di 43 anni accetterebbe di avere un rapporto duraturo con una ragazza che si affaccia alla sessualità per la prima volta ?
Con una ragazzina che ha tenuto tra le braccia a pochi giorni di vita?
Con una donna che potrebbe vivere la sua vita e sbocciare nel migliore dei modi?
Questo uomo che vuole il suo paradiso perduto, e compie la scelta più facile sottomettendola. 
Un uomo che viene descritto come un dominatore, ci perdoni l'autrice ma un "Dominatore" è ben altro. 
Un dominatore non cerca una ragazzina per le sue storie ma una donna che sa quello che vuole, che sa cosa le piace e soprattutto una donna che conosce le regole del “gioco”.
Un altra nota che abbiamo avvertito come stonata è data dai loro "focosi amplessi".
Non abbiamo sentito alcuna passione vera innescata da sentimenti, anzi, ci hanno quasi dato fastidio.
Il tutto ci riporta dunque al discorso iniziale: non siamo bigotte ma il troppo è veramente troppo, per noi.
Ovviamente queste sono impressioni personali condivisibili o meno, ma ci è sembrato illuminante essere di comune accordo dato che normalmente io e Martina abbiamo idee diametralmente opposti rispetto a libri di questo genere.
Non contestiamo il modo di scrivere dell'autrice che è molto accattivante ma il tema.
Adesso la domanda sorgerà spontanea.
Consigliereste la lettura di questo libro?!?...Personalmente, per tutti gli elementi sovra citati: "No" 
Ma come si suol dire "De gustibus". Buona lettura a tutti. 


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