Salve Readers, oggi la RECENSIONE è sull'ultimo libro uscito di Mariana Zapata edito da Newton Compton.
Uno Sport Romance autoconclusivo che ci parla di seconde possibilità in amore. Andiamo a scoprire cosa ne pensa Sabrina che ha letto il libro per noi.
TITOLO: QUESTA NOSTRA STUPIDA STORIA D'AMORE
AUTRICE: MARIANA ZAPATA
TITOLO ORIGINALE: THE BEST THING
TITOLO ORIGINALE: THE BEST THING
EDITORE: NEWTON COMPTON EDITORI
GENERE: CONTEMPORARY ROMANCE
DATA D'USCITA: 25 FEBBRAIO 2020
PAGINE: 480
AUTOCONCLUSIVO
PAGINE: 480
AUTOCONCLUSIVO
Categoria: Slow burn - Second Chance
Narrazione: prima persona, pov femminile
Finale: conclusivo
Finale: conclusivo
Lena ha chiuso Jonah fuori dalla sua vita dopo che lui è sparito senza darle spiegazioni per mesi
Lena ha chiuso con il passato. E soprattutto ha chiuso con Jonah Collins. C'è stato un tempo in cui ha creduto che fossero fatti per stare insieme. Ma poi lui è sparito. Non è servito a niente tentare di contattarlo con messaggi, email o telefonate. Jonah non si è fatto vivo quando aveva bisogno di lui e adesso Lena ha smesso di preoccuparsene. O di pensare ai suoi splendidi occhi... Ora è concentrata sulle cose che contano davvero. Come la palestra di suo nonno, che deve essere rimessa in sesto. L’ultima cosa al mondo di cui ha bisogno è che Jonah irrompa ancora nella sua vita come un uragano, sconvolgendo di nuovo ogni cosa. È finita tra loro e non c’è nulla che lui possa fare per convincerla del contrario. Pensava di essere stata molto chiara in proposito. E se invece lui non avesse ricevuto il messaggio?
Mariana Zapata ci regala un altro libro nel suo stile unico e inconfondibile: lento ma emozionante e dirompente, tratta un tema ricorrente come quello delle seconde possibilità. I suoi personaggi maschili sono unici e hanno quel qualcosa in più che te li fa amare nonostante non siano propriamente dei bravi ragazzi.
In questo caso Jonah è un uomo di trent'anni alto un metro e novantacinque per centotredici chili di media, troppo bello per essere vero e con un cuore d’oro ma... un passato discutibile che ha sconvolto la protagonista ed è stato difficile da comprendere per buona parte del libro.
Un rugbista di fama internazionale che dopo un infortunio non tronca la relazione con Lenny ma sparisce direttamente lasciandola con un peso nel cuore e una rabbia infinita. Lenny che è il diminutivo di Elena lascia la Francia e ritorna nella sua città natale Houston ma dopo diciotto lunghi mesi si ritrova davanti quel fantasma del passato che non solo vuole farsi perdonare ma è disposto a sopportare gli innumerevoli sguardi assassini del nonno Gus per... vivere insieme a lei il frutto del loro amore.
Il libro purtroppo è tutto dal punto di vista di Lenny mentre mi sarebbe piaciuto entrare nella testa di Jonah, con quegli occhi a mandorla color miele che tradiscono le sue origini Maori, la sua pelle olivastra, così timido ma così gentile e premuroso mi avrebbe sicuramente fatta innamorare ancora di più, se possibile.
Lenny è anche lei sportiva ed è un ex campionessa di judo, dirige la palestra di famiglia insieme al nonno Gus e al padre adottivo Peter. È una ragazza di trent'anni arrabbiata e molto ferita da un'infanzia particolare con una mamma che l'ha abbandonata e un papà morto prima della sua nascita, con quegli inconfondibili occhi grigi della famiglia Maio, ironica e dalla lingua tagliente non può perdonare e non può dare un'altra possibilità a Jonah ma... lui è talmente irritante che riesce con ogni piccolo gesto a insinuarsi sotto la sua pelle e a farla capitolare contro ogni più rosea previsione anche perché... "Se tormenti una ferita non guarisce mai".
All'inizio di ogni capitolo l'autrice inserisce uno degli innumerevoli messaggi che Lenny manda in quei primi mesi di distacco in cui Jonah non voleva farsi trovare ed è deprimente ma man mano che la storia si evolve, ci fa vivere quel passato concitato con un presente dai risvolti inattesi.
Per finire non posso che non parlare di nonno Gus e quello che rappresenta nel libro e nella vita di Lenny, il miglior nonno/nonna/zio/fratello/miglior amico/anima gemella/ nemico che lei potesse avere, proprio a dimostrare che la famiglia, quella vera può essere diversa da una mamma e un papà convenzionali.
Brava Mariana, lo so che il tuo stile non è per tutti ma a mio parere val sempre la pena leggerti.
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